DIAFRAMMI

Ecco due mini video che mostrano cosa succede al pavimento pelvico durante una contrazione (idealmente durante l’ESPIRAZIONE)

VIDEO INSTAGRAM ECO VESCICA PP

La drssa si riferisce al Kegel work come attività di contrazione e allenamento del Pp (per cui si usano anche le palline di Kegel come strumento)

NEL CORPO UMANO SONO PRESENTI PIU’ DI UN DIAFRAMMA

La respirazione si svolge mediante la cooperazione di una serie di muscoli deputati alla funzione respiratoria in cui il diaframma ha il ruolo di “regista”.
Il corpo umano ha più di un diaframma.
Per spiegare la funzione dei “diaframmi” pensate al corpo umano come ad un edificio. Un edificio per svilupparsi verso l’alto ha bisogno di strutture verticali, ma anche di strutture trasversali che servono a tenerlo insieme e a stabilizzarlo. Nel corpo umano tali strutture sono costituite dai diaframmi.
L’origine del termine diaframma ne spiega molto bene la funzione: “διάϕραγμα” che in greco antico significa “tramezzo”, separazione.
Immaginate questi tre diaframmi come tre cupole poste perpendicolarmente all’asse verticale del corpo.
Una caratteristica molto interessante dei diaframmi corporei è la loro connessione. Anche se sono localizzati in diverse aree del corpo, anche distanti tra loro, i diaframmi collaborano costantemente a mantenere l’equilibrio interno del corpo. Sono coinvolti in tutte le funzioni vitali e non solo nella respirazione.

Il diaframma toracico

Il diaframma toracico è il più grande e il più importante per le funzioni vitali nelle quali è coinvolto. Vi sono poi altri due diaframmi che consentono al diaframma toracico di svolgere il suo compito nel migliore dei modi: il diaframma pelvico e quello ioideo o della gola.
Il diaframma toracico è il muscolo principale della respirazione. Se smettesse di funzionare moriremmo soffocati.
Insieme al cuore è uno dei muscoli più potenti.
Per tanti, e tra di essi anche praticanti di yoga, questo muscolo è un perfetto sconosciuto, per altri, pur conoscendolo, è un “optional”.
Cantanti, attori e coloro che praticano attività sportive in cui è indispensabile respirare in maniera efficiente per ottenere buone prestazioni (alpinisti, apneisti) hanno invece molta familiarità con questo muscolo e sanno quanto sia importante.
E’ una struttura fondamentale del nostro organismo e, se si presenta libero da costrizioni, permette di essere in buona salute perché è in relazione diretta o indiretta con tutte le parti del corpo, e tutte le parti del corpo risentono dell’influenza del diaframma.
Il diaframma è posizionato all’interno della gabbia toracica e separa la cavità toracica da quella addominale.
Ha una forma a cupola. Il punto culminante della cupola si trova a livello della quarta o quinta costa, leggermente al di sopra della punta dello sterno. Posteriormente il punto più basso è costituito dagli inserimenti tendinei che terminano sulla vertebra lombare L3 all’altezza del girovita.
Questa robusta membrana muscolare presenta una zona centrale di colore bianco a forma di trifoglio denominata centro frenico da cui “nascono “ tutte le sue fibre muscolari che, disposte a raggiera, si dirigono verso il basso sul margine della gabbia toracica e conferiscono al diaframma la sua forma a cupola che ricorda quella di un paracadute, una scodella rovesciata, una medusa. Alcune fibre si inseriscono sullo sterno, altre sulle ultime coste e altre, tramite i suoi pilastri, sulle vertebre lombari.
Il suo movimento influenza pertanto la mobilità delle vertebre di tutta la colonna vertebrale.
Il centro frenico è costituito da un tessuto fibroso molto deformabile (aponeurosi) che si lascia mettere in trazione quando le fibre muscolari del diaframma si contraggono.
Nella zona lombare si inseriscono due importanti muscoli: il muscolo psoas e il quadrato dei lombi con i quali il diaframma ha una diretta connessione con evidenti conseguenze posturali.
Il diaframma, attraverso numerosi legamenti è in relazione superiormente con il cuore e i polmoni, inferiormente con il fegato, lo stomaco, il pancreas, la milza, le ghiandole surrenali, i reni, il colon e il suo movimento ritmico è fondamentale per questi organi.
Nel diaframma sono presenti varie aperture che creano passaggio a vasi, nervi che dalla cavità toracica si portano a quella addominale, e viceversa. Le più importanti sono: il forame della vena cava, il forame esofageo, il forame aortico.
Respirare usando il diaframma produce molti benefici: migliora l’apporto di sangue negli arti inferiori e ne favorisce il drenaggio linfatico, stimola la digestione e la peristalsi intestinale, aiuta a gestire ansia e stress e influenza anche la postura.
Il suo movimento può essere visualizzato come quello di uno stantuffo.
Durante l’inspirazione le sue fibre si contraggono, discende e si appoggia come una “coperta “ sui visceri sottostanti massaggiandoli e la pancia si gonfia (ricordate l’aria va solo nei polmoni, la pancia si gonfia perché i visceri addominali vengono spostati verso il basso).
Durante l’espirazione si rilassa, si distende, si solleva, ritrova la sua forma a cupola e questo riduce l’espansione del torace e sgonfia la pancia.
Il diaframma compie dunque una sorta di “massaggio” di cui beneficiano la gabbia toracica, la zona addominale, la colonna vertebrale e, di riflesso, tutto il corpo.
In una respirazione tranquilla o normale il solo movimento del diaframma, coadiuvato dagli intercostali esterni è sufficiente ad espandere e comprimere i polmoni.
Il diaframma è l’unico organo che ha la possibilità di essere attivato sia autonomamente sia volontariamente.
Il diaframma toracico ci permette di respirare efficacemente se ha la possibilità di muoversi liberamente sollevandosi, abbassandosi, espandendosi e ampliandosi e, per svolgere efficacemente il suo ruolo di “mantice”, non deve subire restrizioni.
Gli altri due diaframmi che cooperano con il diaframma toracico affinché esso possa “funzionare” nel migliore dei modi sono il diaframma pelvico e il diaframma ioideo o della gola.

Il diaframma pelvico

Il diaframma pelvico è lo strato più profondo del pavimento pelvico che è l’insieme dei muscoli che si trovano alla base del bacino.
E’ una struttura molto importante del corpo, ma poco considerata. Ha la forma di un paracadute capovolto che si estende dal pube fino al coccige e al sacro.
Questo insieme di muscoli (situati a vari strati di profondità) è come “un’amaca”, e forma una sorta di pavimento che ha la funzione di sostenere gli organi situati nella parte più bassa del tronco (vescica, utero, retto, prostata per gli uomini). Inoltre poiché partecipa alla funzione biomeccanica del bacino coadiuva a sostenere il tronco e ha un ruolo importante nell’equilibrio della postura.
La regione situata tra la vagina (scroto per gli uomini) e l’ano costituisce il perineo “la porta del tempio” (alcuni chiamano perineo tutto il pavimento pelvico).
Quando inspiriamo il diaframma pelvico si gonfia verso il basso e si amplia, quando espiriamo si ritrae verso l’alto e si riduce.

Il diaframma ioideo o della gola

Il diaframma ioideo è una struttura a forma di “U” costituito da alcuni muscoli attaccati all’osso ioide, situato nella parte anteriore del collo, alla radice della lingua, all’altezza più o meno della vertebra cervicale C3.
E’ noto per la funzione che svolge nella masticazione, nella deglutizione, nella fonazione e nella respirazione.
Per la respirazione gioca un un ruolo importante nel mantenere aperte le vie aeree durante il sonno notturno, infatti la sua disfunzione è protagonista di un disturbo conosciuto come la sindrome delle apnee ostruttive notturne. Un’altra sua disfunzione è legata alla deglutizione “atipica”, in cui la lingua compie un movimento scorretto durante la deglutizione con conseguenze negative anche per l’assetto posturale.
Il diaframma della gola e il diaframma pelvico sono in relazione e si muovono in sincronia con il diaframma toracico durante la respirazione.
Durante la respirazione rilassata quando inspiriamo il diaframma centrale si abbassa, il diaframma della gola si amplia per accogliere l’aumento di volume interno, mentre il diaframma pelvico, asseconda l’aumento di pressione che avviene nell’addome abbassandosi.
Quando espiriamo il diaframma toracico risale, il diaframma della gola si restringe (ma non si chiude) , il diaframma pelvico si “ritira” ritornando in alto.
Il movimento di un diaframma influenza pertanto quello di tutti gli altri.
Quando vi è tensione nella gola e nel suo diaframma, questa tensione si trasmette al diaframma toracico che non riesce a muoversi liberamente in su e giù.
Quando l’addome è costantemente contratto e il diaframma toracico, non completando la sua escursione, rimane in basso, in “blocco “inspiratorio, anche il diaframma pelvico, in seguito alla spinta del diaframma centrale, si troverà in uno stato di costante contrazione verso il basso.
Verrà a crearsi una pressione costante, non salutare, sugli organi situati nella parte bassa ( vescica, utero, retto).
Questa pressione è particolarmente dannosa per le donne che si trovano in particolari situazioni (gravidanza, le settimane dopo il parto, menopausa), in cui i muscoli del pavimento pelvico nella zona perineale diventano più fragili, dannosa anche per coloro che abbiano problemi di prolasso o incontinenza.
Per il benessere del pavimento pelvico la gestione della pressione addominale è fondamentale in questi casi.

Dalle dispense del corso formazione insegnanti di Yoga Posturale
Maria Patriarca Filibeck I.S.U. Istituto di Scienze Umane

DIAFRAMMA

Il diaframma è parte della nostra struttura intima e non solo una guaina muscolare e tendinea che si estende dalla colonna vertebrale alla parte anteriore del torace.

Separa il cuore e i polmoni dalla cavità addominale ed è di vitale importanza sia nel respiro che nel regolare il flusso energetico del corpo.

Cos’è il diaframma?


Il diaframma è un muscolo dalla forma simile a una piccola cupola, che divide la parte addominale da quella toracica.
Separa il cuore e i polmoni dalla cavità addominale ed è di vitale importanza sia nel respiro che nel regolare il flusso energetico del corpo.
Presenta una conformazione tutt’altro che regolare, più alta a destra a causa della vicinanza con il fegato. Va tuttavia sottolineato che nel nostro corpo sono presenti anche altri due diaframmi: quello pelvico e il tentorio del cervelletto.

Fra i fattori determinanti nell’insorgere del mal di schiena individuiamo l’alterazione del normale flusso respiratorio, dove l’attività del muscolo diaframma viene sostituita dai muscoli accessori della respirazione (Scaleni, Sternocleidomastoidei e Trapezi) facendo si che si passi da una respirazione di tipo “diaframmatica” ad una respirazione definita “clavicolare”.


Una delle problematiche più diffuse nella società moderna è il mal di schiena e le strategie di intervento davvero efficaci per risolverlo risultano essere molto limitate. Ciò è dovuto al fatto che è necessario analizzare l’organismo da un punto di vista unitario e una gran parte dei meccanismi respiratori, risultano essere ancora non del tutto chiari.

Il diaframma, come dimostrato da innumerevoli studi, è implicato nelle problematiche del mal di schiena: riveste un ruolo molto importante nel complesso meccanismo di stabilizzazione e armonizzazione della colonna vertebrale.

La libertà del diaframma influenza direttamente la qualità del respiro e la qualità del respiro influenza direttamente la qualità delle emozioni percepite: le limitazioni del respiro infatti sono uno dei modi che utilizziamo per controllare la percezione delle emozioni.

Respirare correttamente utilizzando il diaframma ha anche molti altri benefici:

migliora l’apporto di sangue agli arti inferiori e favorisce il drenaggio linfatico dagli stessi
migliora il movimento degli organi favorendo la digestione e l’evacuazione intestinale
cura e previene l’ernia iatale
riduce il reflusso gastro-esofageo
Infine, ma forse il fattore meno considerato ma il più rilevante, il diaframma riveste una grande importanza sul piano emozionale contribuendo a gestire lo stress e gli stati d’ansia.


Diaframma e Mal di Schiena

La funzione posturale del diaframma è molto importante sia nella cura che nella prevenzione del dolore lombare, in quanto riduce i carichi assiali (dall’alto verso il basso) sulle vertebre e i dischi intervertebrali.

Questo meccanismo assicura la stabilità del tronco durante lo svolgimento di un qualsiasi movimento volontario degli arti superiori e inferiori fornendo in questo modo non solo una solida base di appoggio dalla quale il movimento si genera ma riduce allo stesso tempo anche le forze compressive sulla colonna vertebrale.

Le persone che soffrono di mal di schiena hanno tutte in comune una insufficiente attivazione del diaframma che non permette l’aumento della pressione intra-addominale . In questo modo i muscoli superficiali della schiena e del bacino sono costretti a contrarsi in maniera ripetuta e sostenuta per sopperire a questa mancanza riducendo di conseguenza la mobilità della schiena, comprimendo le vertebre e i dischi intervertebrali e provocando di conseguenza il dolore.

 

l progresso nella terapia

Sia per Reich che per Lowen il progresso nella terapia era segnato dall’allentarsi delle tensioni diaframmatiche e quindi da un miglioramento significativo nel flusso del respiro; infatti i problemi emotivi comportano sempre una riduzione nell’efficacia del respiro; una riduzione che ha lo scopo di ridurre la sensazione.

La centralità del diaframma divide il corpo in due sezioni, la cui armonia e relazione tra di loro è spesso visibile ad occhio nudo. Osserviamo infatti frequentemente una netta divisione tra la parte alta e la parte bassa del corpo: una divisione che segnala una difficoltà ad integrare gli aspetti affettivi con quelli sessuali. Sotto il diaframma c’è la grande cavità addominale che contiene gli organi del metabolismo e della sessualità; sopra il diaframma invece ci sono le due grandi pompe del corpo: il cuore e i polmoni.

Potremmo descrivere la relazione tra cuore e polmoni proprio come l’incontro dell’energia di queste due grandi pompe: i polmoni si allungano e risucchiano l’aria e trasmettono in questo modo energia al cuore che, attraverso il battito, spinge in tutto il corpo il sangue e l’ossigeno.

Facile comprendere che il movimento del petto e dei polmoni è essenziale per la vitalità del cuore e per la vitalità personale.

Il blocco del diaframma e l’ansia di cadere

Per Reich il blocco del diaframma è il primo blocco, dal quale si diffondono le altre aree di tensione. Indipendentemente dal momento di insorgenza, collega questo blocco all’ansia di cadere. La tensione del diaframma riduce, infatti, il flusso di eccitazione alla parte inferiore del corpo e produce una contrazione della vitalità che viene percepita come paura di cadere. E’ il ritiro di energia dalle gambe e dai piedi che produce una perdita di contatto con il suolo.

Esercitarsi a cadere: un esercizio.

”Da un certo punto di vista questo esercizio assomiglia ad un Koan zen: anche qui c’è una sfida all’io o alla volontà, che tuttavia vengono privati del loro potere”.

Alexander Lowen – Bioenergetica

L’ansia di cadere non si esprime solo come sensazione psicofisica. Sia per Reich che per Lowen diventa anche la paura di innamorarsi (falling in love) e di addormentarsi (falling asleep). Di vivere quelle situazioni in cui proviamo una perdita di controllo e un “lasciarsi andare”. La tensione diaframmatica quindi fa da corredo agli aspetti di controllo legati al collo, riaffermando, una volta di più, come le tensioni non siano strettamente limitate ad un’area ma facciano parte di una scacchiera di risposte corporee ed emotive.

 

 

Dedichiamo tanto della nostra energia allo sforzo di salire più in alto e di ottenere di più che spesso troviamo difficile scendere e lasciarci andare. Rimaniamo sospesi a mezz’aria e abbiamo paura di cadere.
Alexander Lowen

Fonti:
Nicoletta Cinotti: nicolettacinotti.net
Luca Grotti
Nuccio Russo

Daniele Guainazzi

Source: Thomas W. Myers, Anatomy Trains, 2nd edition, 2008.